C’è una canzone che canto con i bambini, almeno 2-3 volte alla settimana, da 10 anni a questa parte:
E’ una delle prime canzoni che ho imparato quando ho cominciato a fare questo meraviglioso mestiere e ci sono molto affezionata. E’ una canzone che come e più di altre, invita alla creazione, al gioco, alla fantasia. E’ una canzone che i bambini non vorrebbero mai smettere di fare, che mi chiedono di ripetere spessissimo. E io li assecondo con molto piacere.
E’ una canzone che ci fa sempre ridere, per alcuni meccanismi intrinsechi della sua struttura: ci sono i personaggi, le variazioni sul tema, i contrasti esagerati e l’attesa, prolungata il più possibile: sappiamo già che un corvetto si chiama LENTO e uno VELOCE, e pregustiamo quello che succederà – scoppieremo in una grande risata – cominciando a ridere dentro di noi molto tempo prima.
Perché racconto questo? Perché quando si tratta di fare musica, prendo il divertimento molto sul serio. E lo faccio perché ridere, divertirsi, farsi coinvolgere, sono aspetti fondamentali dell’apprendimento che cerco: un apprendimento naturale, sereno, radicato e duraturo.
Giocare con la musica porta spesso a ridere per diversi motivi, ma questi sono i miei preferiti:
- come con i corvetti, i contrasti e l’esagerazione fanno da miccia alla risata
- proviamo a fare una sequenza di movimenti/parole/gesti sempre più veloce o sempre più lunga e alla fine ci “impappiniamo” (ma l’ambiente è sereno e inclusivo, tutti andiamo per tentativi ed è un ridere CON, non una presa in giro)
Questa idea del ridere – raccontata benissimo dalla Dott.ssa Lucangeli in QUESTO video – per me è fondamentale ed è un elemento che introduco concretamente nei miei percorsi di educazione musicale, tanto per i bambini quanto per gli adulti (eh sì, ridere è importante anche per gli adulti!!!).
E’ fondamentale perché ridere e provare emozioni positive nutre un tipo di apprendimento che NON E’ associato al dolore, alla paura, alla vergogna, bensì alla gioia, all’amore, ad un sentimento di possibilità e opportunità anche e soprattutto quando sbagliamo: e sbagliare è l’unico modo che abbiamo tutti noi di apprendere cose nuove, un tentativo dopo l’altro.
Attenzione, però, non si tratta di fare del “cabaret”, ma di una cosa più complessa: essere mediatore di benessere nell’apprendimento di cose complesse.
Attraverso il gioco musicale questo non solo è possibile, ma è anche facilitato:
- perché tutti noi nasciamo “musicisti”, ovvero predisposti a raccogliere ed elaborare informazioni musicali
- perché fare musica scatena il rilascio di endorfine che ci fanno sentire fisicamente bene
- perché nessuno nasce “imparato”, ma tutti nasciamo “possibili” e il gioco musicale permette sia uno sviluppo del singolo sia del gruppo
- perché il gioco musicale permette infinite possibilità e variazioni sul tema, lasciando che ognuno un po’ alla volta trovi il “suo” modo e la “sua” strada
La canzone che ho preso ad esempio per questo post è molto semplice, ma non banale, divertente, giocosa e volendo anche infinita.
Puoi impararla e proporla ai bambini e invitarli a darti dei suggerimenti, aiutandoli ad ampliare il vocabolario.
Puoi cantarla come canzone della tua sezione, includendo i nomi di tutti i tuoi bambini.
Puoi cambiare le parole e inventare la versione del buongiorno e dell’arrivederci.
Puoi giocarci anche tutti i giorni, ridendo e lasciandoti guidare dalla sensazione meravigliosa che la tua risata sincera e coinvolgente è guida e riferimento prezioso per i tuoi bambini.
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