Ma lo scopo, alla fine, qual è?

Oggi, data la più che opportuna clausura forzata e la necessità di trovare nuovi incastri famigliari, ho passato l’intero pomeriggio con i miei bambini.

Durante un agguerritissimo momento di “acchiappalachiappa” – uno dei nostri giochi preferiti – mia figlia di 3 anni e mezzo è arrivata di corsa da me e mi ha detto “mamma, come mi sto divertendo! inventiamo una canzone?” e poi, naturalmente, mica mi ha “aspettato” ☺️ si è messa a crearsi la sua colonna sonora personale.

Ho pensato che davvero, alla fine, è poi questo, il senso della musica: esserci, giocare, crescere insieme.

Questo vale come genitori, ovviamente, ma anche come educatori, perchè i bambini intrecciano una relazione profonda con noi fin da piccolissimi. Ed è fondamentale tenerlo sempre presente, perchè in questi primi anni – grazie ad adulti responsivi, amorevoli, a cui importa esserci – i bambini sviluppano fiducia in se stessi e un intimo senso di sicurezza, che li aiuterà a non sentirsi abbandonati mentre esplorano e scoprono un po’ alla volta le “cose del mondo” e le relazioni con “gli altri”.

Ah, gli altri! E’ incredibile davvero vedere come un po’ alla volta, passo dopo passo, i bambini cominciano a scoprire che ci sono anche “altri” – così diversi, così simili – e che con questi “altri” si possono fare cose: giocare, mangiare, correre, litigare, ridere, ma soprattutto imparare.

In tutto questo la musica – con le sue caratteristiche intrinseche e ancora di più con le opportunità date dal gioco musicale attivo, coinvolgente e non giudicante – può davvero fornire una struttura privilegiata attraverso cui i bambini possono imparare a relazionarsicon gli altri e con se stessi.

A scuola, infatti, possiamo creare delle bellissime occasioni in cui il “fare insieme”, il mettersi in relazione gli uni con gli altri, diventa la naturale risposta dei bambini all’invito musicale della maestra. 

La maestra gioca, la maestra canta, la maestra si muove con la musica: un bambino la osserva, seguendo i suoi tempi comincia ad imitarla un po’ alla volta, altri bambini osservano la scena e vedono un loro simile “fare cose”. Sentono e percepiscono di essere lì tutti insieme, in un ambiente sicuro, cominciano a rispondere musicalmente anche loro, in un gioco che coinvolge un po’ alla volta tutti, su diversi livelli. 

E’ questa la magia. E’ semplice, anche concettualmente, ma è tutt’altro che banale. E’ preziosa. E la musica è un ottimo catalizzatore per questa magia.

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